Tutte le tradizioni di San Martino

Come molti sanno, oggi è San Martino, vescovo di Tours, sebbene questa sia la data della sua sepoltura e non della morte. Ciò che, invece, forse pochi sanno è che col passare del tempo questo giorno è diventato una festa importante in tutto l’Occidente, per merito della sua nota fama di santità e dell’alto numero di cristiani chiamati Martino. Nel Concilio di Mâcon fu addirittura deciso che sarebbe stata una vera festa non lavorativa.

La basilica a lui dedicata in Tours, l’edificio religioso francese più imponente all’epoca, divenne tradizionale meta di pellegrinaggi medievali. Nel 1562, dopo le guerre di religione che insanguinarono la Francia, fu purtroppo saccheggiata dai protestanti e le sue spoglie vennero bruciate,a conferma della sua importanza simbolica. Inoltre, durante il periodo della rivoluzione francese la basilica fu distrutta quasi interamente; nel 1884 ne fu progettata una nuova, consacrata nel 1925.
Molte chiese in Europa sono dedicate a san Martino: tra queste Lucca e Belluno gli hanno dedicato la propria Cattedrale.

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Ancora ai giorni nostri, dopo tanto tanto tempo, il ricordo di San Martino è molto vivo, in Europa e anche nel nostro Paese. In Italia il culto del Santo è collegato alla cosiddetta estate di san Martino che si manifesta, in senso meteorologico, all’inizio di novembre con la celebrazione di parecchie tradizionali feste popolari. Nel comune abruzzese di Scanno, per esempio, in memoria di San Martino si accendono grandi fuochi denominati “glorie di San Martino” e le contrade si sfidano a chi fa il fuoco più alto e durevole.

Nel veneziano, invece, in questo giorno è tradizione preparare il dolce di San Martino, un biscotto dolce di pasta frolla con la forma del Santo con la spada a cavallo, con glassa di albume e zucchero ricoperta di confetti e caramelle; inoltre i bambini veneti sono soliti passano per le case e i negozi intonando un canto d’augurio, suonando padelle e strumenti di fortuna, ricevendo qualche monetina o qualche dolcetto.

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Restando nel nord Italia, soprattutto nelle aree agricole, fino a non molti anni fa tutti i contratti (di lavoro ma anche di affitto, mezzadria, ecc) cominciavano (e terminavano) proprio nel giorno di San Martino, data scelta perchè i lavori nei campi erano già finiti, prima dell’inziio dell’inverno. Perciò, scaduti i contratti, chi aveva una casa in uso era obbligato a lasciarla libera proprio l’11 novembre e, in quei giorni, si notavano spesso carri colmi di ogni masserizia che andavano da un podere all’altro, facendo “San Martino”, nome popolare del trasloco. Ancora oggi, quindi, in molti dialetti e modi di dire del nordfare San Martino” ha conservato il significato di traslocare.

Passando dal nord al sud dello stivale, è nel Salento, in particolare a Lecce e provincia, che si avverte molto la venerazione del Santo sia a livello religioso che folcloristico. Si organizzano, infatti, grandi pranzi e cene con famiglia ed amici, festeggiando con carne e soprattutto vino e solitamente il giorno dopo è concessa un’entrata posticipata a scuola o al lavoro.

A Palermo, infine, vengono preparati i biscotti di San Martino “abbagnati nn’o muscatu” (inzuppati nel vino moscato di Pantelleria), a forma di pagnottella rotonda grossa come un’arancia con semi d’anice (o finocchio selvatico) che dà loro un sapore e un profumo particolare.

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In molte regioni d’Italia, poi, il giorno di San Martino è simbolicamente collegato alla maturazione del vino nuovo (ecco spiegato il proverbio “A San Martino ogni mosto diventa vino”) ed è motivo di ritrovo e festeggiamenti in cui si brinda, appunto, stappando il vino appena maturato con delle belle castagne. Nonostante non si svolga una celebrazione religiosa vera e propria (tranne nei paesi dove san Martino è protettore), si può ben affermare che questa festa sia molto sentita dalla popolazione locale.