Buon compleanno a Celentano, artista a 360 gradi

Il mio primo pezzo del 2016 è dedicato a un grande artista italiano, nato il 6 gennaio del 1938. Oggi, infatti, non si festeggia solo l’Epifania, ma anche il compleanno numero 78 di Adriano Celentano, da tutti conosciuto come il Molleggiato per il suo modo particolare di muoversi sul palco al ritmo delle sue canzoni. Nato come cantante, è diventato col passare del tempo attore, regista, sceneggiatore, produttore, insomma un vero e proprio show-man. Nei decenni, ha espresso anche radicali opinioni politiche, che talvolta hanno diviso “il suo popolo”.

Ecco dieci (più una) delle canzoni più belle e importanti di Celentano a mio parere.

“Il tuo bacio è come un rock” (1959)

Questo brano, con il quale vinse il Festival di Ancona e andò in testa alle classifiche per due settimane vendendo ben 300.000 copie, è uno dei primissimi successi del Molleggiato. Questa canzone fa parte del disco “Il ribelle“, nel quale suona per l’ultima volta la chitarra ritmica di Gaber, un altro grande personaggio poliedrico della Milano che fu.

24000 Baci (1961)

Questa canzone fu portata da Celentano e Little Tony al Festival di Sanremo, dove arrivò seconda. Il brano, però, rimase in vetta alle classifiche per ben cinque settimane con mezzo milione di copie vendute. Piccola curiosità: Adriano potè partecipare al Festival solo grazie ad una dispensa speciale del Ministro della Difesa, Giulio Andreotti, perchè in quell’anno stava facendo il servizio militare.

“Stai lontana da me” (1962)

Pubblicato il 1 Maggio 1962, questo brano è molto importante perchè segnò la nascita del Clan Celentano, un grande gruppo artistico, in cui il Molleggiato riunì parenti e amici. La canzone fu inserita nell’album che conteneva anche “Amami Baciami” e la bellissima “Sei rimasta sola“, restando in cima alle classifiche per dodici settimane e vendendo ben un milione e trecentomila copie.

“Il ragazzo della via Gluck” (1966)

Eccomi alla canzone simbolo di Adriano Celentano, che per la prima volta affronta, in chiave autobiografica, il tema molto delicato dell’ecologia e della speculazione edilizia, che da lì in poi verrà spesso ripreso dal Molleggiato nei suoi sermoni o anche in altre canzoni. Il brano fu portato da Celentano al Festival di Sanremo ma, come successo anche ad altri artisti, non si classificò nelle prime posizioni, anzi non arrivò nemmeno alla serata finale. Ciononostante, come ben sappiamo, la canzone ebbe poi un enorme successo, anche per i temi trattati ed è amata ancora oggi. E pensare che in un primo momento Celentano era intenzionato a partecipare al Festival con un altro brano, “ Nessuno mi può giudicare“, cantata poi da Caterina Caselli.

“Azzurro” (1968)

Un’altra canzone molto legata al nome di Celentano è senz’altro “Azzurro“. È stata non solo il leit motiv dell’estate 1968, ma è in assoluto una delle canzoni simbolo della stagione calda; oggi come ieri, sempre sulla cresta dell’onda.

“Una carezza in un pugno” (1968)

Celentano non ha fatto solo canzoni spensierate o impegnate, ma anche alcune romantiche, come appunto questa, lato B del 45 giri di Azzurro. Uno dei rari casi in cui anche la canzone del lato B divenne molto famosa.

Svalutation (1976)

Dopo qualche anno, nel 1976 Celentano riprese ad analizzare le questioni sociali a tempo di rock con questa canzone. Da segnalare che quelli furono gli anni dell’inflazione e della nascita al terrorismo.

“L’emozione non ha voce” (1999)

Questa che ho scelto è un’altra canzone molto dolce e romantica, decisamente non rock. Fa parte dell’album “Io non so parlar d’amore“, che segnò la rinascita artistica di Celentano. Il disco fu prodotto con la collaborazione di Mogol e Gianni Bella.

“Per averti” (2000)

Ancora una canzone sentimentale nel secondo album realizzato con Mogol e Gianni Bella, “Esco di rado e parlo ancora di meno“, che ebbe un grande successo con quasi due milioni di copie vendute.

Ti penso e cambio il mondo (2012)

Celentano è un credente e in alcune sue canzoni ha affrontato il tema delle religione: una di queste è proprio “Ti penso e cambia il mondo”, collocata nell’album “Facciamo finta che sia vero“. Il testo tratta molto probabilmente di una conversazione tra un uomo e Dio che lo conforta sul suo futuro dopo la morte; sotto forma di monologo è stato, però, anche interpretato come pura canzone di amore.

“Ti fai del male” (2013)

Un brano chiaramente politico, nel cui testo vengono affrontati vari temi, tra cui la crisi economica, il Papa, ancora l’ambiente, la violenza sulle donne.