Sakura è primavera

Stamattina mi sono svegliata con gli occhi pieni di quell’emozione infantile che hai ogni qualvolta scopri che è il 21 Marzo, perché da sempre (insomma ci hanno addirittura interrogati alle elementari) oggi sarebbe stato l’Equinozio di Primavera. Amara, purtroppo, è stata la scoperta, tramite Facebook e Instagram, che il tanto sognato, agognato e sospirato giorno è stato…ieri!!!

A mia discolpa posso solo dire che ieri mi ero concessa un’intera giornata di formazione tutta per me, lontano dalla tecnologia e dal resto del mondo, e che quindi non ho fatto proprio caso al cambio di costellazioni per l’anno 2016…poco male perché io, fiera conservatrice delle nostre amate tradizioni, e memore del mio “Ottimo” in Geografia in seconda elementare, cascasse il mondo, festeggio oggi, un po’ perché non voglio rovinarmi l’euforia imperante da stamani e un po’ perché, se penso di doverlo cominciare a festeggiare un giorno prima, mi sale una malinconia degna di Oscar Wilde.

Perciò…BENTORNATA PRIMAVERA! (Certo che niente vi vieta di dissociarvi e festeggiare da ieri, sia chiaro!)

E bentornati anche a tutti i raffreddori improvvisi, alla pioggia improvvisa, alle allergie da pollini e agli sbalzi termici…ma soprattutto bentornati al sole che scalda i cuori, agli alberi e agli animali in letargo, alle acque azzurre dei fiumi e ai colori dei fiori.

E quale miglior modo di festeggiare il ritorno della tanto attesa stagione dell’amore se non con uno degli eventi secondo me più magici e romantici che esistono sul nostro pianeta?

Si chiama Sakura e dall’estremo Giappone sappiamo che non è altro che la splendida Fioritura dei ciliegi.

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In Giappone, il fiore del Ciliegio, la sua delicatezza e la brevità della sua esistenza sono il simbolo della fragilità, ma anche della rinascita e della bellezza dell’esistenza e proprio per questo, da più di un millennio, si assiste a vere e proprie migrazioni nelle sessanta località più famose dello Stato.

L’ Hanami, infatti, è la tradizionale usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura primaverile dei ciliegi, tanto che le tv locali trasmettono anche previsioni metereologiche per determinare il periodo in cui poter godere di questo spettacolo della natura che, a seconda del tipo di ciliegio, dura da tre giorni a una settimana.

I festeggiamenti continuano anche durante la notte, dove l’Hanami cambia nome in Yozakura e i ciliegi vengono illuminati appositamente con delle luci.

Fortunatamente, la fioritura dei ciliegi varia anche a seconda della latitudine, quindi i giapponesi, partendo da Tokyo e Kyoto, per poi spostarsi sempre più a Nord, possono godere di essa da fine marzo a fine maggio, fino al malinconico cadere dei petali che tinge i ruscelli di rosa e fa ricordare a tutti il tempo che passa.

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Yoshino è la città d’origine dei ciliegi giapponesi: la leggenda racconta che gli alberi furono piantati nel VII secolo d.C. dal sacerdote En-no-Ozuno, che si dice avesse scagliato una maledizione contro chiunque osasse abbatterli.

Molte leggende e molte favole sono nate successivamente, ma a me ne piace una particolarmente romantica che troverete fra qualche riga, giusto il tempo di ricordarvi che anche nel nostro bellissimo paese è possibile ammirare una bellezza simile, tanto che ormai abbiamo addirittura occidentalizzato la tradizione giapponese con eventi provinciali e regionali che richiamano proprio l’usanza zen dell’Hanami.

Persino nella mia città, Padova, ho scoperto un angolo a dir poco magico che mi ha trasportata per qualche istante in un mondo onirico fatto di leggeri petali rosa e bianchi, lunghi respiri screziati di profumo e una placida calma effimera.

Basta solo ricordarsi di alzare lo sguardo, farsi catturare dalle macchie rosa e bianche delle fronde sopra le nostre teste e guardare il mondo con gli occhi del bambino che ognuno ha nel proprio cuore…e se siete padovani come me, anche fare un salto ai Giardini dell’Arena.

«Due Ciliegi innamorati, nati distanti, si guardavano senza potersi toccare. Li vide una Nuvola, che mossa a compassione, pianse dal dolore ed agitò le loro foglie … ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.

Li vide una Tempesta, che mossa a compassione, urlò dal dolore ed agitò i loro rami … ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.

Li vide una Montagna, che mossa a compassione, tremò dal dolore ed agitò i loro tronchi … ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.

Nuvola, Tempesta e Montagna ignoravano, che sotto la terra, le radici dei Ciliegi erano intrecciate in un abbraccio senza tempo.»

  La leggenda dei Ciliegi Innamorati

Buone Sakura a tutti,

con affetto.

La ragazza sul treno

 

 

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