Referendum: la parola a chi dice no

Ci siamo… Il referendum costituzionale che ha occupato il dibattito politico e l’informazione per tanti mesi (forse troppi.!.) è veramente, e finalmente, alle porte. Anch’ io non ho resistito alla tentazione di offrire a chi mi segue un piccolo contributo, relazionando un interessante evento, organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera con tre esperti (Flick, Panebianco e Pasquino) e intervistando un giovane favorevole alla riforma ( Stefano Castoldi). Come avevo anticipato e promesso, ho cercato una voce contro questa riforma e sono riuscito a trovarla. La par condicio è salva. Si tratta di Marco Sacca, quarantenne piacentino, tecnico informatico molto preparato, con varie esperienze di lavoro alle dipendenze e ora in cerca di lavoro.
Ecco le sue posizioni.

me referendum

Come ti sei informato sulla riforma costituzionale oggetto del referendum che si terrà il 4 dicembre?
Vivendo per lavoro a stretto contatto quotidiano con i nuovi mezzi di informazione, direi soprattutto attraverso internet e seguendo vari blog di attualità e di gruppi politici.

Quali i motivi che ti hanno portato a decidere di votare “no” alla riforma?
Tanti, diversi e complementari. Prima di tutto, non ritengo sia una riforma innovativa, poi sono convinto che conservi e rafforzi il potere centrale a danno delle autonomie, private di ogni mezzo finanziario. Inoltre, i costi del Senato diminuiranno solo di un quinto e la riforma non supera il bicameralismo, ma lo rende più confuso e crea conflitti di competenza fra Stato e Regioni e tra la Camera e il nuovo Senato. Infine, non garantisce la sovranità popolare, perché insieme alla nuova legge elettorale Italicum, già approvata, espropria la sovranità al popolo e la consegna a una minoranza parlamentare.

welfarenetwork.it
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Da qui alla data della consultazione, potranno cambiare le previsioni che danno il “no” vincente?
Non credo proprio e, naturalmente, mi auguro di no!

Pensi che la personalizzazione fatta, almeno all’inizio, da Renzi abbia in qualche modo influenzato molti di coloro che vedono nel “no” alla riforma anche un voto contro Renzi e il suo governo?
Dire no a questa riforma (che ripeto, per quanto mi riguarda, non condivido per niente!) è anche il modo migliore per mandare a casa il prima possibile Renzi, divenuto premier senza passare dalle elezioni, a differenza di quanto lui avesse promesso.

Come dovrebbe comportarsi il premier in caso di sconfitta dei “sì”?
Dovrebbe dimettersi senza nessun indugio e dare la possibilità a persone oneste (MOVIMENTO 5 STELLE) di governare e aiutare finalmente tutti gli italiani, non solo i poteri forti dell’ Europa che ci stanno schiacciando.

huffingtonpost.it
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Dal tuo punto di vista, la gente si sta adeguatamente informando e ha chiaro quello che sta per scegliere?
Secondo me sì, perché ormai quasi tutti riescono finalmente ad avere informazioni non pilotate, come quelle fornite dalle televisioni e, quindi, arrivare ad una visione più chiara e trasparente del perché Renzi e i suoi vogliono cambiare la costituzione, come ho già evidenziato sopra.

Quanto ha inciso nella campagna il Movimento Cinque Stelle con i suoi tour?
Dal mio punto di vista, moltissimo. Sono riusciti a spiegare in maniera chiara e decisiva perché bisogna votare “no” ad una riforma sbagliata con la quale questo governo vorrebbe sempre più poteri, togliendoli ai cittadini del Paese.

correttainformazione.it
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