Tale as old as time

Buongiorno a tutti, miei fedeli lettori!!!

Eccomi qui, sono tornata, vi sono mancata? Spero di sì, ma che non ve ne siate accorti troppo, perché sono passati ben tre mesi…OPS!!!

Fortunatamente, la sottoscritta si tiene abbastanza attiva anche d’inverno, quando il letargo è sempre dietro l’angolo e aspetta solo un mio passo falso per farmi sprofondare nell’intorpidimento eterno. Ho, infatti, una bella novità da raccontarvi: sono tra i 10 finalisti del concorso letterario “Ateneo dei Racconti 2017”, che raggruppa in sé tutte le università del Trentino Alto-Adige; ora, devo “solamente” rappresentare il mio racconto in teatro (sul serio!!!…al Sanbapolis di Trento a metà maggio) e aspettare la finalissima dove verranno dichiarati i tre vincitori assoluti…dita incrociate per me!!!

MA veniamo a noi…tanto so che avete già capito dal titolo di cosa vi parlerò oggi: ebbene, per la rubrica “Le cose che piacciono a me- Movie Edition”, questa mattina inauguriamo il weekend, il mese di Aprile, la primavera (che, finalmente si è decisa a far capolino) con un Pesce d’Aprile che sa di “Beauty and the Beast”, il live action Disney per antonomasia di questo 2017.

 ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILERS eh eh!

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Sul filone ormai collaudato dei remake live-action, la Disney, dopo “Maleficent” e “Cinderella”, ha voluto far prendere vita ai personaggi di uno dei suoi classici di maggior successo, vincitore di 2 Premi Oscar (miglior colonna sonora e miglior canzone per “Beauty and the Beast).

Io ho adorato questo film: restando incredibilmente fedele al film d’animazione del 1991, inserisce, inoltre, spezzoni di trama inediti, come la storia della madre di Belle, morta di peste a Parigi quando lei era ancora in fasce, e tutto il background della maledizione del principe tramutato in bestia, un buco che la Disney aveva già cercato di colmare, a malapena, nel sequel “La Bella e la Bestia, un magico Natale”. Soprattutto, è stato chiarito un grande vuoto che affliggeva la trama da sempre: come mai gli abitanti del villaggio non hanno mai cercato di uccidere prima la Bestia? Insomma, un castello incantato del genere come può passare inosservato? Semplice: perché la maga ha pure cancellato la memoria di ogni abitante…geniale!

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Una genuina Emma Watson interpreta la protagonista, l’intellettuale, perspicace ed eccentrica Belle, una semplice ragazza di campagna, inconsapevole delle sua bellezza, che ama l’avventura e i libri, grazie ai quali viaggia nei luoghi più remoti della Terra, senza mai lasciare il suo piccolo villaggio francese. Un ruolo che le è stato letteralmente cucito addosso, come, d’altronde, l’iconico abito giallo, il quale, purtroppo, mi ha deluso parecchio: uno splendido movimento del tessuto durante la scena del ballo, ma, in generale, niente a che vedere con quello originale, ispirato a un celebre abito indossato da Audrey Hepburn.

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Nonostante ciò, ho apprezzato i dettagli luccicanti della gonna, l’ear-cuff, molto moderno e stiloso, e l’acconciatura. Molto adatti, invece, tutti gli altri abiti, tra i quali, il mio preferito rimane quello rosso ciliegia, indossato durante la scena dei giochi sulla neve. Incantevole, infine, l’inedito e inaspettato abito da sposa bianco con rose applicate, che fa la sua comparsa negli ultimi, gioiosi minuti.

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Emma brava, molto dolce e naturale: devo confessare che, prima di andare al cinema, non mi convinceva molto la scelta di lei, che a mio dire recita sempre con un inizio di cipiglio imbronciato, per la solare Belle, ma quando, a più di metà proiezione, ha cominciato a sorridere, mi sono un po’ ricreduta. Aspettative soddisfatte, dunque: Emma Watson ha reso degna giustizia a questa intrepida eroina disneyana e si è definitivamente levata di dosso il ruolo di Hermione in Harry Potter.

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La Bestia è, invece, interpretata da un sorprendente Dan Stevens, che è riuscito a rendere ancora più umana questa creatura, tanto da farci affezionare a essa quanto a quella originale: ho quasi pianto nella scena della morte e trasformazione.

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Ma, la rivelazione vera e propria è stata uno straordinario Luke Evans, il quale ha interpretato, con una maestria da brividi, il narciso ed egocentrico antagonista Gaston: non solo l’ha reso oltremodo più insopportabile, ma anche pazzescamente divertente, come quando ridi per quei soggetti “senza speranza” che ti ispirano solo molta pietà…e beh, poi è anche un gran bel vedere, no signorine? (Io e la mia amica Veronica avevamo i battiti a mille!)

Ad accompagnare Gaston, il suo fedelissimo Le Tont, portato sul grande schermo da quella rivelazione che è Josh Gad (per chi non lo sapesse, lui è stato la voce originale inglese del pupazzo “Olaf” in Frozen), il quale si è anche cimentato, con esilaranti risultati, nel primo personaggio omosessuale mai voluto dalla Disney.

Magistrale Emma Thompson come Mrs Bric, nella sua versione di “Beauty and the Beast”, cantata originariamente da Angela Lansbury.

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La colonna sonora di Alan Menken della versione originale è stata mantenuta, con la sola aggiunta di due canzoni, scritte dallo stesso Menken: “How does a moment last forever” (“L’amore dura”) e “Evermore” (“Per sempre”), interpretate rispettivamente da Celine Dion e Josh Groban.

La nuova “Beauty and the Beast” è, invece, cantata dalle due splendide voci di John Legend e Ariana Grande, che nel video è vestita da rosa incantata: una versione attuale e davvero carina, ascoltatela, merita!

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Purtroppo, non posso dire lo stesso della versione italiana: completamente e tremendamente stravolta…perché nel 2017 in Italia abbiamo ancora la necessità di doppiare anche le parti cantate, o di cambiare i testi a cui siamo ormai abituati da 26 anni? No comment!

Tutto sommato, un film molto piacevole e per tutte le età: per i bambini, che amano il lieto fine, e per gli adulti, che non sono mai cresciuti davvero e vogliono ritornare bambini, immergersi nel romanticismo più toccante e credere ancora che quel lieto fine possa esistere sul serio.

Gli insegnamenti sono sempre gli stessi: “mai giudicare un libro dalla copertina” e “la vera bellezza è quella interiore”, ma questa volta i personaggi sono più profondi e complessi e questo li rende molto più vicini agli spettatori, tanto da entrarti nel cuore.

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E’ un’intramontabile “storia vecchia come il tempo”, che ancora una volta ci mostra come la magia si nasconda nei luoghi più impensabili, ti colga di sorpresa e ti sconvolga la vita…dopotutto, “quella rosa era davvero una rosa incantata”.

La ragazza sul treno

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