Borsellino: i pensieri di un eroe indimenticabile

Da venticinque anni, il 19 Luglio non è un giorno come tutti gli altri: nel 1992, infatti, a Palermo si verificò la strage di via d’Amelio nella quale morirono il magistrato Paolo Borsellino, che insieme Giovanni Falcone e ad altri personaggi diede la vita per combattere Cosa Nostra, e gli uomini della scorta. Purtroppo, dopo un quarto di secolo, deve essere ancora fatta piena luce su quella che è una delle pagine più buie della storia del nostro Paese. La sorella Rita, Don Ciotti con Libera ed altre associazioni continuano giustamente a battersi affinchè emerga la verità.
Intendo contribuire anch’io ad onorare la memoria di questo grande servitore della nostra Nazione che proprio lo Stato non è riuscito a difendere e, come ho fatto con Falcone in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, riporto alcune delle sue frasi più significative per far capire quanto ancora sono attuali.

“E’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.”
“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.”

Considerazioni interessanti che fanno capire come Borsellino fosse consapevole dei rischi correva e, proprio per questo, è ancora più da apprezzare il fatto che non indietreggiasse nel suo impegno nella lotta contro la mafia.

 BORSELLINO  tp24.it
BORSELLINO
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Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.
Un pensiero molto profondo, nient’affatto banale e che dovrebbe farci molto riflettere, pur non essendo certo facile mettere in pratica il prezioso consiglio.

Borsellino e Palermo  tvblog.it
Borsellino e Palermo
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Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo.
Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.
Parole pesanti che fanno capire come Borsellino avesse ben compreso gli oscuri legami che si erano sviluppati e continuavano a sussistere anche e soprattutto dopo la strage di Capaci.

Borsellino  avvenire.it
Borsellino
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A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato.
Cosa che dovremmo davvero fare tutti noi, a prescindere da che lavoro facciamo.

La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.
Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.

Queste frasi rappresentano una sorta di testamento morale ed etico di Borsellino che aveva capito come la lotta alla mafia dovesse partire prima di tutto da un’operazione culturale che coinvolgesse anche ed in particolare i giovani. Si può ben dire che questa eredità e questo testamento siano stati raccolti dalle tante associazioni, penso in particolare a Libera di don Ciotti, nelle quali sono presenti molti giovani che credono convintamente nell’importanza di operare nella legalità. Proprio grazie al loro impegno, oltre che ovviamente a quello delle istituzioni, si può cercare di guardare con fiducia ad un futuro senza le mafie.

Giovani di Libera alla giornata nazionale per la lotta contro le mafie  giovazoom.emr.it
Giovani di Libera alla giornata nazionale per la lotta contro le mafie
giovazoom.emr.it