Intervista alla modella Di Rienzo: quando i sogni diventano realtà

Si dice Italia e si pensa alla moda, una delle tante eccellenze per le quali il nostro Paese è famoso nel mondo. Però, mi accorgo che non ho dedicato sufficiente spazio all’argomento nel mio blog, per cui inizio a colmare questa lacuna intervistando una giovane, anzi giovanissima ( non è ancora maggiorenne!), modella romana, Isabell Di Rienzo.

Quando e come hai iniziato a fare la modella?
Quando ero molto piccola ero molto timida e mio padre pensò di aiutarmi a diventare più sicura di me, facendomi vivere un’esperienza che si è rivelata nel tempo molto importante per me: a soli 11 anni mi portò in un’agenzia di moda a Roma affinché provassi a prendere confidenza con me stessa e diventassi estroversa. Incontrai diversi produttori e così iniziai…

Che difficoltà hai incontrato?
In ogni percorso ci sono alti e bassi e io ho avuto molti “bassi”, soprattutto all’inizio, dovuti soprattutto al gap anagrafico. Quando via via ho iniziato ad aver autostima, le cose sono cambiate e ora sta andando tutto bene, anche meglio dei piani stabiliti. Mi stanno arrivando molte proposte per fashion week e sono soddisfatta del mio percorso, perché l’ho fatto sempre con serietà e costanza. Ci tengo a precisare che le proposte riguardano anche la recitazione, un grande aiuto perché mi permette di scordare i problemi che ho a livello personale.

C’è qualche modella o attrice cui ti ispiri e che prendi come esempio?
Devo essere sincera, sì! Il mio idolo (e molti trovano una notevole somiglianza con lei, arrivando a dire che potrei essere sua figlia!) è Ornella Muti, bravissima attrice e bellissima donna… Io mi auguro anche solo una minima parte del suo grande successo!

Quanto ti rende felice fare la modella?
Rinunciare alle feste, ai sabato sera in discoteca non mi ha mai pesato, perché il mio lavoro mi rende felice, mi rende la persona che sono. Nonostante i sacrifici siano veramente tanti, sono molto contenta.

Con che case di moda lavori?
Finora ho lavorato con Elisabetta Franchi, ho fatto la campagna di Asos, nome rinomato tra le modelle della mia età, e molte sfilate per famosi stilisti anche all’estero.

Qual è la città in cui preferisci lavorare?
Premesso che ho viaggiato molto, la città in cui mi sono trovata meglio è senza ombra di dubbio Milano. E’ imbattibile, perché la moda lì è diversa rispetto all’estero. Milano è la città-cuore della moda… la vedi, la senti, la respiri…in ogni angolo, in ogni piazza.

Una modella attraversa la strada a Milano nella fashion week
www.ilpost.it

Che giudizio dai del fenomeno me too?
Credo sia giusto che si sia portato all’attenzione dei media un qualcosa di cui molti parlavano, ma a bassa voce e con una bella dose di preconcetti. Purtroppo non è ancora vero che le donne godano della stessa considerazione degli uomini, anche in Italia, come non è accettabile che si colpevolizzi una donna per l’abbigliamento, ad esempio, o perché chiede uguale riconoscimento del suo valore, o rispetto della sua indipendenza…

Cosa pensi della scelta di non usare più modelle minorenni per sfilate e campagne pubblicitarie adottata da Kering, il polo del lusso che comprende anche i marchi Gucci, Bottega Veneta e Pomellato?
Ritengo sia una decisione che non verrà mai veramente presa: se ne parla dal 2010, eppure continuiamo a lavorare in questo campo. È una scelta a mio parere inutile, perché non si tratta di sfruttamento minorile, in quanto vengono firmate delle liberatorie e percepiamo denaro. Penso che questi brand dovrebbero, piuttosto, condurre una lotta per le ragazze anoressiche che fanno puntualmente sfilare…

Cosa possono fare per sconfiggere l’anoressia?
E’ una questione che sento molto, perché ci sto passando. Credo sia un male profondo che viene innescato dalla mente; è facile entrare, ma difficile uscirne. Servono campagne di sensibilizzazione molto più forti e gli stilisti non dovrebbero imporre misure così minime alle modelle che poi si riducono ad avere problemi di salute. Sono convinta che l’anoressia non sia solo un problema fisico, ma anche mentale perché porta con sé pensieri molto brutti e non fa vivere serena.

I tuoi genitori ti sostengono in questo suo percorso?
Tantissimo, soprattutto mio padre che ha creduto in me fin da subito, nonostante le mie perplessità, mentre mia madre mi accompagna spesso, perché ha più tempo libero. Inoltre, hanno sempre firmato le liberatorie relative ai vari progetti che mi sono stati sottoposti, perché, se io mi sento a mio agio, per loro non c’è alcun problema.

A chi dedichi i successi?
Non è difficile scegliere, perché le persone che mi stanno vicine per davvero sono poche. Come ho detto prima, mio padre mi ha sempre sostenuto, mentre mia madre è spesso al mio fianco. Voglio fare anche una dedica al mio dottore, che mi sta proprio salvando la vita perché sto soffrendo a causa di una malattia. Non basteranno tutti i successi che spero di avere per ringraziarlo davvero.

Hai qualcuno al tuo fianco, oltre ai famigliari?
Non ho un ragazzo, ma esco da una storia importante che , anche se sono ancora “piccola”, mi ha cambiato la vita. Ringrazio moltissimo questa persona, perché mi ha insegnato cose molto importanti.

Come riesci a conciliare la scuola col lavoro?
Studio da privatista e sostengo gli esami a fine anno; non posso frequentare regolarmente, perché mi è impossibile con tutti i viaggi che faccio…

Quali sono gli eventi cui parteciperai nelle prossime settimane e mesi?
Per motivi di contratto, non posso scendere nello specifico, ma sarò presente a tanti eventi anche internazionali e a settembre sarò presente sul magico red carpet di Venezia… Ma tutta l’estate sarà piena di viaggi lavorativi molto importanti.

Ringrazio Isabell per la disponibilità dimostrata e le auguro un futuro che la porti presto a vincere la sua battaglia più importante e che sia ricco di altri successi nel campo della moda, ma non solo. Qualcuno ha detto “Se gli altri credono in te, sarai più forte. Se sarai tu a credere in te stessa, sarai invincibile.” Forza, Isabell!
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