Tennis tra passato, presente e futuro secondo Bertolucci (INTERVISTA)

Dicembre è il tempo dei bilanci, ed è così anche in alcuni sport, tra cui il tennis. Per avere un giudizio su come sia andato il 2019 e su cosa ci riserverà il 2020 da diversi punti di vista, ho sentito un personaggio che di questo sport se ne intende, e non poco. Sto parlando di Paolo Bertolucci, che non avrebbe bisogno di presentazioni ma ricordo esser stato uno dei più grandi tennisti della nostra storia, anche perché con Barazzutti, Panatta e Zugarelli vinse l’unica Coppa Davis nel 1976. Dal 2000, su Sky sport è il commentatore tecnico dei Master 1000, delle ATP Finals e, soprattutto, di Wimbledon e dal 2010 spesso lo si può leggere su La Gazzetta dello Sport. Infine, dal 2016 lo si trova anche in libreria con l’opera autobiografica “Pasta Kid Il mio tennis La mia vita”, scritto con il giornalista Lucio Biancatelli.

Quali i top e i flop dell’anno che sta per finire?
Nadal per quello che ha vinto ad altissimo livello e per aver chiuso il 2019 al primo posto, Medvedev come sorpresa internazionale e Berrettini come sorpresa nazionale. Il flop più grande penso sia stato Dimitrov perché ha deluso, considerato che era numero tre.

Nadal nell’esibizione a Abu Dhabi
www.tennislive.it

Rafa riuscirà a raggiungere Federer nel numero di slam vinti oppure Roger riuscirà a tenerlo a distanza?
Tra i due litiganti penso che emerga Djokovic a fine carriera.

Djokovic, Nadal e Federer con i trofei degli AusOpen, Roland Garros e Wimbledon
tennisfever.it

Il 2020 sarà davvero l’ultimo anno dello svizzero come molti dicono?
Molti lo dicono da sei anni, lui continua a smentirli dimostrando che la classe del Re del tennis non ha età. Prima o poi, però, ci indovineranno anche perché non è eterno.

Federer esulta alle ATP Finals
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E Djokovic? Che traguardi pensa che raggiungerà il serbo?
Tolto il Roland Garros dove vedo ancora davanti Rafa, negli altri tre slam credo sia il favorito numero uno.

Djokovic in azione nell’esibizione di Abu Dhabi
oasport.it

Qual è stata la partita più bella dell’anno?
Penso la finale di Wimbledon per il peso di nomi presenti, la qualità del gioco e il torneo. Comunque, abbiamo visto tante partite di livello pazzesco anche se tendo a scegliere quella.

Djokovic e Federer esultano a Wimbledon
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Il 2020 vedrà il primo successo slam di un tennista giovane?
Potrebbe essere, tra quelli che abbiamo visto più attrezzati nel 2019 direi Medvedev, Thiem, Zverev e Tsitsipas. Non ci sarebbe da meravigliarsi se uno che non naviga nei primi dieci esplodesse. Non credo che l’eventuale successo arrivi a Parigi e nemmeno a Londra ma potrebbe essere già a Melbourne anche se, a pensarci bene, per un giovane emergente sarebbe più logico aspettarlo agli US Open perché avrebbe alle spalle un po’ di mesi di esperienza.

Parlando degli italiani, tra Fognini, che ha vinto un Master 1000 ed è entrato nella top ten, Berrettini, che è arrivato in semifinale agli US Open ed è addirittura andato alle ATP Finals, vincendo anche un match, e Sinner, il quale a soli diciott’anni è entrato nella top cento e ha conquistato le Next gen atp finals, chi ha ottenuto il risultato più grande?
Fognini ha fatto una stagione importante ma non clamorosa, gli altri due, invece, hanno compiuto un balzo gigantesco ma non scelgo perché i due exploit sono troppo diversi.

Berrettini e Sinner esultano
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E nel 2020 cosa si aspetta dai nostri, in particolare questi tre?
Mi aspetto che Fabio e Matteo confermino i progressi del 2019, vediamo i progressi di Jannik e Sonego; credo siano le cose su cui basarci di più. A parte Fognini, più navigato a certi livelli, agli altri non bisogna dare troppa pressione perché non sappiamo se reggono. Se dovessero inciampare, andrà visto come reagiranno agli eventuali mugugni del pubblico ma mi auguro che saranno sufficienti forti per reggere la pressione. Il grosso vantaggio è che nel tennis si gioca quasi sempre all’estero, anche se nell’era dei social i commenti arrivano comunque.

Venendo a Lei, preferisce fare l’opinionista a Sky o scrivere gli articoli sulla Gazzetta?
Non mi sento di esprimere una preferenza perché sono due cose completamente diverse: sul giornale molte volte scrivo la presentazione del match, in tv lo commento in presa diretta. Quindi, più fredda la prima mentre nell’altra c’è il coinvolgimento, sei più dentro, riesci a capire le sensazioni dei giocatori da tante piccole cose.

Bertolucci a Sky
sport.sky.it

Con quale telecronista si trova meglio ?
Lavorando quasi sempre con Elena Pero, c’è molto affiatamento, bisogna conoscere i tempi di intervento. C’è una lettura per certi versi più scontata ma vera, con gli altri è una cosa nuova ma che serve perché è importante confrontarsi, ci si deve adattare, si fa più fatica ma vengono fuori situazioni meno scontate.

Ringrazio molto il mio illustre omonimo per il tempo che mi ha dedicato anche in questi giorni di festa. Buon tennis a tutti!

P.S. Colgo l’occasione per riportare qualche pezzo del testo “Calcio e tennis a confronto” dello scrittore Paolo Lagazzi che ho avuto l’onore di intervistare per il settimanale cremonese Mondo Padano. Potete trovare la versione integrale nel libro ” Verso il fuorigioco. Una squadra di storie sul calcio” AA. VV. a cura di Daniele Comberiati e Luciano Curreri, Edizioni Il Foglio, Piombino, 2014.

“…Parallelamente e inversamente a questo declino, l’amore per il tennis sarebbe sempre cresciuto dentro di me… Oggi del calcio recente continuo ad ammirare… alcuni giocatori …ma queste simpatie non reggono il confronto con le emozioni che sanno suscitare in me le imprese di un Federerancora grande almeno a tratti, per bagliori o scintille
Nel tennis la necessità di essere sempre presenti li espone a una specie di etica della nudità, li chiama a un ritmo percussivo che non permette fughe o dilazioni.
…il tennis più icastico si esprime con la limpidezza di una geometria platonica, con l’elegante rigore di quelle triangolazioni, di quei contrappunti di linee, di quelle aperture di prospettive, di quelle visioni “in fuga” su cui sono fondati i palazzi rinascimentali o i classici giardini all’italiana. Volando a più di duecento chilometri all’ora (a volte a duecentocinquanta), la pallina del tennis ci porta di qua e di là dalla rete come una freccia scagliata da un Apollo geometra, come il bandolo di un’idea architettonica inseguita su una mappa mentale da un allievo del Palladio: vedere come Federer o Nadal “tagliano” il campo con i loro rasoterra scoccati da un punto qualsiasi, comunque capaci di baciare la linea di fondo al millimetro, non è forse emozionante come riconoscere le traiettorie rette e oblique, ascensionali e discendenti di certi viali scavati nell’erba per portarci, attraverso e oltre l’esattezza delle forme, verso un impensabile altrove?
…mi sembra ancora il tennis la via più forte per lo spirito epico… la pregnanza dell’evento nasce anzitutto dalla sua durata… Ma questa durata non è mai “vuota” come le partite di football senza goal: ogni punto è una fiammata per chi lo fa e una piccola morte per chi lo perde, è una luce o una ferita che può annunciare il trionfo o il crollo finale… Dicendo questo mi sto avvicinando al cuore dell’epos tennistico: la sua prossimità a un duello western…in nessuno sport… i colpi sono così simili a spari, come sa chi ha potuto assistere a un incontro importante dal vivo, gustandolo anzitutto per i suoni esplosivi prodotti dagli urti tra racchette e palline… La crudeltà di questo tipo di duello, però, raramente travolge il nitore dello stile, proprio come, in ogni sparatoria western che si rispetti, i due contendenti mantengono un aplomb degno degli ultimi cavalieri, dei guerrieri fasciati da una specie di nera, antica, misteriosa nobiltà…”

Lo scrittore Paolo Lagazzi
www.ilgiornaleoff.ilgiornale.it

Grazie anche a questo altro famoso omonimo per la segnalazione del coinvolgente testo e per avermi concesso di pubblicarlo.
A tutti auguri per lieti giorni di festa con Natale e Santo Stefano… e a presto.!.